Dio esiste

rosella ha scritto:Ecco un'altra opinione su paradosso del gatto vivo o morto: dopo una discussione sull'argomento, Emanuele (che mi autorizza a pubblicare) è giunto a questa sempice e logica conclusione: noi non sappiamo se il gatto è vivo o morto, perchè è chiuso nella scatola, ma Dio si, perchè vede dentro la scatola. A confermare questa ipotesi c'è l'sms che è arrivato a Pasquetta agli animatori chiusi in oratorio "Dio vi vede..."
Ed ecco il sillogismo di Emanuele:

1. Dio vede gli animatori chiusi in oratorio
   
2. il gatto è chiuso nella scatola
   
3. quindi Dio vede se il gatto chiuso nella scatola è vivo o morto
   

GRANDE EMANUELE!!!! Con la tua semplicità hai spiazzato i pensatori (come me in questo momento) che cercano una spiegazione scientifica a tutti i costi alle ragioni della fede.

1. Dio vede gli animatori chiusi in oratorio
   
2. il gatto è chiuso nella scatola
   
3. quindi Dio vede se il gatto chiuso nella scatola è vivo o morto
   

Vediamo di capire cos'è questo paradosso e poi cercheremo di capire come il nostro fisico-filosofo-teologo lo utilizzi per provare l'esistenza di Dio.
Immaginiamo di poter realizzare una scatola completamente isolata dal mondo nella quale introduciamo un gatto e un marchingegno che per una variazione miscroscopica (a livello di atomo) del suo equilibrio può determinare la morte del gatto. La variazione di cui sopra ha esattamente il 50% di probabilità di verificarsi o meno in un lasso di tempo conosciuto. Fino a che non controllaliamo dall'esterno, in quel lasso di tempo il gatto potrebbe essere vivo oppure morto con le stesse probabilità, in altre parole fino al controllo (esperienza) il gatto è metà vivo e metà morto. Questo ovviamente è un paradosso perchè per la nostra esperienza un animale o "è vivo" o "è morto", ma durante quel periodo non lo sappiamo con certezza, quindi lo possiamo immaginare metà vivo e metà morto, lasciamo da parte la nostra sensibilità di animalisti.
Il nostro fisico usa questo esempio per provare l'esistenza di Dio, vediamo come. Lui parte dal presupposto che i miracoli esistono, sono delle modificazioni alle leggi fisiche del mondo e questo richiederebbe, secondo il comune modo di pensare, un intervento divino in grande stile, cioè delle modifiche macroscopiche, ma noi sappiamo che la creazione è fatta bene perchè l'ha creata un essere perfetto, quindi non ha bisogno di modifiche.
Il nostro, da quello che ho capito, sostiene che la provvidenza di Dio ha già pensato a questo e intervenendo a livello microscopico gestisce i miracoli.
Cosa pensare, io penserei che invece di preoccuparsi di come interviene sarebbe meglio cercare di vedere l'intervento provvidente di Dio nella storia dell'uomo, di ogni singolo uomo, ma questo richiede già un approccio di fede.
Se cerchiamo ragioni scientifico-filosofiche, allora conviene che ci fermiamo prima di investigare sugli atomi e smettiamo di pensare a Dio come un Grande Uomo con passioni e umori ballerini.
Per Dio non esiste il tempo; il tempo, per dirla con sant'Agostino, è il luogo che ci è dato per conoscere Dio e accettarlo come Padre. Vivendo Dio al di fuori del tempo si capisce anche come per Lui tutto sia presente e quindi per Lui non ha senso il gatto vivo/morto al 50 per cento, possiamo averne bisogno noi.
Nella visione vecchio testamentaria Dio è l'Assolutamente Altro, dove "i suoi pensieri non sono i nostri pensieri" ed "è tanto lontano da noi quanto l'occidente è lontano dall'oriente", ma d'altro canto si è reso così vicino a noi da prendere la nostra natura umana e farla sua divenendo uguale a noi in tutto eccetto che nel peccato.